3 – Tribunale dei Minori e Servizi Sociali: un vero disastro
Il malfunzionamento dei Tribunali dei Minori e dei Servizi di assistenza sociale sono all’origine di disastrose situazioni familiari.Da parte loro, molti genitori, nella maggior parte dei casi padri separati o in corso di separazione, prendono l’iniziativa e denunciano a loro volta le incompetenze e le errate interpretazioni che sono alla base di situazioni rovinose, fino a casi estremi che spingono addirittura al commettere reati in preda alla disperazione.
E’ dell’agosto 2010 la denuncia contro il giudice Maria Rita Verardo, del Tribunale dei Minori di Lecce da parte di Maria Cristina Conte, a causa di una sentenza del febbraio 2007 che stabiliva un decreto provvisorio (ex art.333, 336 e 38 disp.Att.Cod.Civ) che disponeva la misura secondo la quale il figlio, minorenne, Kristian Marena venisse affidato al Consultorio Familiare di Gallipoli e al Servizio Sociale del Comune di San Nicola, senza alcuna motivazione che giustificasse tale provvedimento. Inoltre, il giudice Conte proibiva qualsiasi tipo di frequentazione del bambino con la famiglia originaria.
Già, di fatto, tale decisione è in aperta violazione della legge 149/01 sul Diritto dei Minori, nonché della legge 175/01 (Convenzione dei Diritti del Bambino) e della legge 848/55 (Ratifica della Carta Fondamentale dei Diritti dell’Uomo).
Che cosa era successo, per arrivare a questo?
Sostanzialmente, nel maggio 2010 il giudice Verardo ha inspiegabilmente negato l’accesso agli atti alla madre del piccolo Kristian Marena, nonostante ufficiale richiesta in merito, ponendo in tal modo la madre nella assoluta impossibilità di difendersi dalle accuse mosse contro di lei e che hanno determinato l’allontanamento del minore per ben tre anni. E che sono ancora inspiegabilmente interrotti. Il provvedimento del giudice minorile Verardo è manifestamente contrario a quanto stabilito dalla Costituzione all’art.24 e 111, che per altro afferma come non esista nessuna legge che consenta ad un tribunale dei minori la decisione di secretare gli atti di un procedimento. Forse che i magistrati non sono soggetti all’osservanza delle leggi italiane? Per niente. Lo sono come tutti i cittadini, e come afferma la stessa Costituzione all’art.101.I giudici, pur facendo parte di un fondamentale organo dello Stato, sono terze persone che devono giudicare in maniera neutrale ed imparziale nelle controversie fra due o più parti in causa e, quindi, non rappresentano gli interessi dello Stato, ma la corretta amministrazione della giustizia (come scritto nel Codice Deontologico del Magistrato e nell’art. 111 della Costituzione).
E’ impensabile, inoltre, considerare come “oro colato” soltanto l’operato di assistenti ed educatori sociali, poiché si attribuisce a tali persone, spesso giovani e quindi prive di esperienza e di adeguata professionalità, l’infallibilità. Da non sottovalutare, inoltre, l’opportunità che si concede ai suddetti operatori di abusare della propria mansione e di violare le leggi per interesse personale (si vedano gli artt. 28 e 54 Cost.). Occorre anche precisare che i provvedimenti provvisori emessi dai Tribunali per i Minorenni limitano i diritti dei figli e dei genitori e la potestà dei genitori sui figli. Ammesso e concesso che il minore è, in questo caso, parte da tutelare, il genitore, in quanto considerato responsabile del disagio o del pregiudizio verso i figli, ha il sacrosanto diritto di difendersi. E’ proprio perché i provvedimenti emessi dal giudice, occorre ribadirlo, sono limitativi fin dalla loro fase iniziale (a tutti gli effetti sono delle pene inflitte senza processo e senza accurate indagini), che devono essere gestiti nel contraddittorio fra le parti.
Per tale comportamento, il giudice minorile mari Rita Verardo è stata denunciata per “abuso d’ufficio ai sensi dell’art.323 del Codice Penale e per “omissione di atti d’ufficio (Art.328).
Andando poco indietro nel tempo, un altro caso sorprendente è accaduto al Tribunale dei Minori di Genova, i cui giudici sono stati querelati dalla signora Olga Babenko, e la documentazione in seguito si è persa, volutamente insabbiata, a quanto pare, dalla Procura di Torino.
Non è affatto raro che, le querele presentate dai cittadini, vengano abusivamente archiviate. Molto spesso, sebbene esplicitamente querelate con l’indicazione precisa dei dati personali, molte persone non vengono iscritte sul registro degli indagati oppure viene aperto un fascicolo “contro ignoti“: tutto ciò in maniera inspiegabile, quasi da favola. Molto spesso, reati oggetto di querela, non si inquadrano o si inquadrano in maniera sbagliata: anziché indicare il reato compiuto, si indica quello non compiuto (con lo scopo di procurare l’impunità al querelato) o addirittura la querela si trasforma in una “notizia non contenente reato“. Molto spesso pubblici ministeri, polizia giudiziaria e giudici per indagini preliminari omettono di indagare e non chiariscono la verità dei fatti, non agiscono in base delle richieste specifiche presentate dai cittadini (per esempio, richieste di acquisire tabulati telefonici o effettuare ispezioni negli atti). Molto spesso querele si mandano in archiviazione senza svolgere alcun tipo di attività investigativa o addirittura dopo acquisizione delle prove a carico degli querelati. Molto spesso pubblici ministeri, giudici, carabinieri, agenti di polizia indicano il falso ideologico con lo scopo di bloccare indagini e mandare le pratiche in archiviazione. ?Queste ingiustizie si verificano solitamente quando un cittadino denuncia un pubblico ufficiale (compreso assistenti sociali e sindaci), un politico, un prete, un giudice, un libero professionista come avvocato o perito, un giornale, e comunque in tante altre occasioni.
Un altro genitore, in condizioni disastrose a causa di errate interpretazioni della legge da parte di Tribunale dei Minori e Servizi Sociali, ha causato la querela di tutti i giudici della Procura di Savona e del Triubnale dei Minori di Genova, per manifesta inadempienza (il giudice Cavatorta è stato sottoposto di conseguenza a procedimento per conto del CSM. Le accuse vanno da “fermo di crescita del minore” a persistenza nel sequestro di minore, inadempienza a carico di giudici, madre, e servizi sociali.
Nella maggior parte dei casi, purtroppo per i padri e soprattutto per i figli, tutto passa sotto silenzio e arbitrariamente archiviato. E archiviata anche la mozioe di oposizione alla archiviazione stessa!
Testualmente, le lamentele di questo genitore (Se.Sa.) a cui è stato impedita la frequentazione del figlio, testimoniano l’esasperazione di un padre: “A fronte di tutte le mie archiviate denunce, memorie e querele, mi sono stati rigettati tutti i ricorsi sia avverso il puttanaio che li aveva emessi, sia anche tutti i ricorsi presentati in corte d’appello di Genova; contestualmente subendo condanna per tutte le fregnacce presentatate dalla madre di mio figlio e dagli sciacalli del comune di Savona, sia in minorile, sia in civile sia in penale.
Attualmente sono “in corso“ due condanne in penale: una, prevista per sentenza che sarà emessa il 12/4/10 (come “puttaniere“ che non paga gli alimenti, dopo essere stato posto nella situazione di non poter operare); l’altra, recentissima del 24/03/10, a 8 mesi (pena sospesa) per essermi permesso di fermare la madre in piazza Bologna a Savona, stante l’inadempienza e lo scaricabarile tra il TM ed i servizi di Savona e la madre, a seguito dell’inapplicato provvedimento del 03.01.2004, tutto il contrario di tutto, emesso dalla combutta Cavatorta & C.,dopo ben sette anni di temporeggiamento con affidamento del minore ai servizi del comune di Savona e collocazione presso la sequestratrice madre, per altro deceduta nel gennaio 2009 e, nonostante questo, ancora origine di inaudita ed ostinata persecuzione giudiziaria ai miei danni in penale, portata avanti dalla sua degna figlia, anche per il penale, quantunque sia morta quella che affermava di essere stata aggredita in piazza Bologna a Savona! Nemmeno da morta termina di rompere le palle! E dire che con la morte, dovrebbero cessare anche i relativi atti penali, a norma di legge, quantunque sia tutto miserabilmente falso! E io dovrei sperare di ottenere giustizia in questo Paese? Evidentemente se credessi ancora nella befana!”
Di seguito, pubblichiamo una video intervista a Mauro Lami, presidente della “Associazione Papà Separati Liguria associazioneper· la Biogenitorialità e la Difesa dei Diritti dei Figli nella Separazione!”.
(Fine Terza Parte)