Papà separati Liguria
  • Associazione
  • Servizi
  • Approfondimenti
  • News
  • Login

PRONTO GENITORE +39 333 6956952    CONTATTI          Canale YouTube

Papà separati Liguria
  • Associazione
    • Papà Separati Liguria A.P.S.
    • Gallery
  • Partners
  • Servizi
    • Pronto Genitore
    • Sportello della BiGenitorialità
    • Mediazione familiare
    • Rivalutazione assegno mantenimento
    • Sostegno psicologico
    • Banco alimentare
    • Sportello Fiscale
    • Self Helping
    • Gruppi AMA (Auto Mutuo Aiuto)
    • Calcolo liquidazioni legali
  • Approfondimenti
    • Biblioteca
    • Cassazione
    • Documentazione
    • Leggi e Codici
    • Poesie
    • Registro della BiGenitorialità in Liguria
    • Le ricette di papà
  • Eventi
    • Tutti gli eventi
    • Appuntamento
    • Sportello BiGenitorialità
  • News
  • Login
  • Sostienici
    • Dona ora
    • 5×1000
    • Contribuisci
    • Aderisci
  • Dona ora

Il part time rafforza le differenze tra uomini e donne: il paradosso olandese

Homepage Area separazione e divorzio Affido condiviso Il part time rafforza le differenze tra uomini e donne: il paradosso olandese

Il part time rafforza le differenze tra uomini e donne: il paradosso olandese



L’Italia è al terz’ultimo posto per la condivisione delle attività domestiche tra uomo e donna all’interno dei paesi Ocse. Le donne spendono mediamente più di 3 ore e 20 minuti, contro un’ora scarsa degli uomini. Peggio di noi fanno solo il Messico e il Giappone. Siamo invece tra i più virtuosi sul fronte dellagenitorialità condivisa: la differenza nel tempo di cura per i figli tra mamma e papà è di soli 12 minuti al giorno. Aggiungici genitori e suoceri che abitano sotto lo stesso tetto e il gap sale a 13 minuti: meglio di noi fanno solo la Svezia (8 minuti) e la Norvegia (6).

È la fotografia che ci consegna l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico su 26 dei suoi paesi membri. I dati sono tratti dalle rilevazioni nazionali (per l’Italia l’Istat e la sua ultima indagine sull’uso del tempo): non inediti dunque ma molto interessanti perché, per la prima volta, mettono a confronto i paesi facendone emergere le differenze.

I numeri non ci premiano: nonostante il virtuosismo dei padri, l’Italia resta fanalino di coda nella condivisione del lavoro non retribuito considerato in tutti i suoi aspetti (non solo cura o faccende di casa ma anche spesa, spostamenti, ecc.): siamo al 21° posto, a tre ore di differenza come è noto, tra uomo e donna. Guardando agli uomini più virtuosi spiccano, invece, gli scandinavi: danesi (186 minuti di lavoro non retribuito al giorno) e norvegesi (180), seguiti da australiani (172 minuti), sloveni (166 minuti) e olandesi (163 minuti).

L’Ocse fa luce anche sulla differenza di genere nel lavoro retribuito. E i dati sono quasi sempre speculari a quelli relativi alla cura: gli uomini turchi lavorano 209 minuti al giorno in più rispetto alle donne turche, seguono il Messico (207), il Giappone (197), l’Irlanda (138) e il Portogallo (121). C’è più equilibrio invece nei paesi scandinavi: 40 minuti in Finlandia, 56 in Svezia, 64 in Danimarca e 65 in Norvegia. Ma anche negli Stati Uniti (61 minuti), paese in cui entrambi i partner tendono a lavorare full time e a “esternalizzare” la cura. E, un po’ a sorpresa, in Francia (57 minuti). L’Italia si posiziona malino: sedicesima su ventisei (il gap è di 101 minuti), peggio della Spagna (85 minuti) ma meglio dell’Olanda (114 minuti), due paesi agli antipodi per quanto riguarda la diffusione del part-time.

I dati Ocse sono la prova del nove per capire in quali paesi sta prendendo piede quello che le analiste del welfare hanno da tempo definito come il modello dual earner – dual carer, dove cioè entrambi i componenti della coppia si dedicano – in egual misura – al lavoro e alla cura e che si fonda sull’idea di un’economia a full-time ridotto.

A quasi vent’anni dalla sua prima formulazione (con la filosofa femminista Nancy Fraser), quel paradigma resta ancora sostanzialmente sulla carta. Con poche eccezioni: guardando infatti a entrambi i dati sul “gap” (nel lavoro e nella cura), sono ancora una volta i paesi scandinavi ad avvicinarsi maggiormente all’equilibrio ideale. Fanno bene anche Stati Uniti e Canada. La Francia accelera sul lavoro retribuito (grazie alle 35ore) ma resta indietro rispetto alle mansioni di casa. La Germania si conferma tutto sommato conservatrice su entrambi gli aspetti (un’ora e quaranta minuti il gap sulla cura, un’ora e mezza quello sul lavoro). Sempre meglio però dell’Italia (tre ore la cura, un’ora e quaranta il lavoro).

I paesi bassi meritano una parentesi tutta loro. Nel 2000 infatti il governo promulgò il “Work and Care Act” con il quale incentivò il part-time lungo sia per le donne che (almeno sulla carta) per gli uomini spingendo il politologo Jelle Visser a definire l’Olanda la prima “part-time economy” al mondo. Era l’inizio di un laboratorio politico. Ma nonostante gli uomini olandesi siano oggi tra i più disponibili alla cura, un’attenta lettura dei dati ci spinge a ipotizzare che quella riforma non sia riuscita nel suo intento. Nel lavoro retribuito infatti lo squilibrio tra uomo e donna è enorme: 114 minuti a favore dei maschi portano l’Olanda al diciannovesimo posto nella performance, meglio solo di paesi come il Portogallo, l’Irlanda, il Giappone e il Messico. Che cosa ci dicono questi numeri? Che il lavoro part-time resta ancora una prerogativa quasi esclusivamente femminile e che la conciliazione vita-lavoro è, in sostanza, un affare per donne.

I Paesi Bassi servano da esempio: l’introduzione acritica del part-time, se non supportata da una rivoluzione culturale e organizzativa, non cambia davvero le cose. Tutt’al più, rafforza i ruoli tradizionali di genere. Con buona pace dei tempi condivisi.

di Camilla Gaiaschi

Fonte:http://27esimaora.corriere.it/

Tags: Separazione&Divorzio Affido Condiviso Figli

Il part time rafforza le differenze tra uomini e donne: il paradosso olandese

Redazione
9 Aprile 2014
Affido condiviso

L’Italia è al terz’ultimo posto per la condivisione delle attività domestiche tra uomo e donna all’interno dei paesi Ocse. Le donne spendono mediamente più di 3 ore e 20 minuti, contro un’ora scarsa degli uomini. Peggio di noi fanno solo il Messico e il Giappone. Siamo invece tra i più virtuosi sul fronte dellagenitorialità condivisa: la differenza nel tempo di cura per i figli tra mamma e papà è di soli 12 minuti al giorno. Aggiungici genitori e suoceri che abitano sotto lo stesso tetto e il gap sale a 13 minuti: meglio di noi fanno solo la Svezia (8 minuti) e la Norvegia (6).

È la fotografia che ci consegna l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico su 26 dei suoi paesi membri. I dati sono tratti dalle rilevazioni nazionali (per l’Italia l’Istat e la sua ultima indagine sull’uso del tempo): non inediti dunque ma molto interessanti perché, per la prima volta, mettono a confronto i paesi facendone emergere le differenze.

I numeri non ci premiano: nonostante il virtuosismo dei padri, l’Italia resta fanalino di coda nella condivisione del lavoro non retribuito considerato in tutti i suoi aspetti (non solo cura o faccende di casa ma anche spesa, spostamenti, ecc.): siamo al 21° posto, a tre ore di differenza come è noto, tra uomo e donna. Guardando agli uomini più virtuosi spiccano, invece, gli scandinavi: danesi (186 minuti di lavoro non retribuito al giorno) e norvegesi (180), seguiti da australiani (172 minuti), sloveni (166 minuti) e olandesi (163 minuti).

L’Ocse fa luce anche sulla differenza di genere nel lavoro retribuito. E i dati sono quasi sempre speculari a quelli relativi alla cura: gli uomini turchi lavorano 209 minuti al giorno in più rispetto alle donne turche, seguono il Messico (207), il Giappone (197), l’Irlanda (138) e il Portogallo (121). C’è più equilibrio invece nei paesi scandinavi: 40 minuti in Finlandia, 56 in Svezia, 64 in Danimarca e 65 in Norvegia. Ma anche negli Stati Uniti (61 minuti), paese in cui entrambi i partner tendono a lavorare full time e a “esternalizzare” la cura. E, un po’ a sorpresa, in Francia (57 minuti). L’Italia si posiziona malino: sedicesima su ventisei (il gap è di 101 minuti), peggio della Spagna (85 minuti) ma meglio dell’Olanda (114 minuti), due paesi agli antipodi per quanto riguarda la diffusione del part-time.

I dati Ocse sono la prova del nove per capire in quali paesi sta prendendo piede quello che le analiste del welfare hanno da tempo definito come il modello dual earner – dual carer, dove cioè entrambi i componenti della coppia si dedicano – in egual misura – al lavoro e alla cura e che si fonda sull’idea di un’economia a full-time ridotto.

A quasi vent’anni dalla sua prima formulazione (con la filosofa femminista Nancy Fraser), quel paradigma resta ancora sostanzialmente sulla carta. Con poche eccezioni: guardando infatti a entrambi i dati sul “gap” (nel lavoro e nella cura), sono ancora una volta i paesi scandinavi ad avvicinarsi maggiormente all’equilibrio ideale. Fanno bene anche Stati Uniti e Canada. La Francia accelera sul lavoro retribuito (grazie alle 35ore) ma resta indietro rispetto alle mansioni di casa. La Germania si conferma tutto sommato conservatrice su entrambi gli aspetti (un’ora e quaranta minuti il gap sulla cura, un’ora e mezza quello sul lavoro). Sempre meglio però dell’Italia (tre ore la cura, un’ora e quaranta il lavoro).

I paesi bassi meritano una parentesi tutta loro. Nel 2000 infatti il governo promulgò il “Work and Care Act” con il quale incentivò il part-time lungo sia per le donne che (almeno sulla carta) per gli uomini spingendo il politologo Jelle Visser a definire l’Olanda la prima “part-time economy” al mondo. Era l’inizio di un laboratorio politico. Ma nonostante gli uomini olandesi siano oggi tra i più disponibili alla cura, un’attenta lettura dei dati ci spinge a ipotizzare che quella riforma non sia riuscita nel suo intento. Nel lavoro retribuito infatti lo squilibrio tra uomo e donna è enorme: 114 minuti a favore dei maschi portano l’Olanda al diciannovesimo posto nella performance, meglio solo di paesi come il Portogallo, l’Irlanda, il Giappone e il Messico. Che cosa ci dicono questi numeri? Che il lavoro part-time resta ancora una prerogativa quasi esclusivamente femminile e che la conciliazione vita-lavoro è, in sostanza, un affare per donne.

I Paesi Bassi servano da esempio: l’introduzione acritica del part-time, se non supportata da una rivoluzione culturale e organizzativa, non cambia davvero le cose. Tutt’al più, rafforza i ruoli tradizionali di genere. Con buona pace dei tempi condivisi.

di Camilla Gaiaschi

Fonte:http://27esimaora.corriere.it/

Tags: Separazione&Divorzio Affido Condiviso Figli
Prec
N.7477/14 – L’aspra conflittualità tra i coniugi non esclude l’affidamento condiviso dei figli
Succ
Poveri papà separati. Lo dice anche la Corte Europea.

Related Articles

Mantenimento dei figli: no all'assegno a parità di giorni di visita e di redditi dei genitori.

Una decisione del Tribunale di Bologna contribuisce a mettere in...

T.A.R.

Il Tar annulla la missione al militare: “Bilanciare esigenze di servizio con i suoi diritti e quelli dei minori”

Una decisione del TAR che segna una svolta non solo...

Articoli recenti

  • Bibbiano 16 luglio 2022 ” Per non dimenticare” martedì, 19, Lug
  • Intervento in senato WebTV MauroLami 20-5-2022 domenica, 10, Lug
  • I limiti della competenza del giudice nella determinazione dell’assegno di mantenimento mercoledì, 6, Lug
  • Un padre è sempre un modello, che lo voglia o no lunedì, 4, Lug
  • N.1935/22 – Il genitore che manipola i figli decade dalla responsabilità genitoriale venerdì, 1, Lug

Categorie

Archivi

Tag

2004 2009 2020 Aassegno Unico Affido materialmente condiviso Arte Associazioni Case famiglia Centro antiviolenza Casper Colibri Coordinazione genitoriale Coppie Miste Corte d'appello DDL735 Denuncia Dott. Marco Pingitore Dott. Paolo Crepet Dott. Vittorio Vezzetti Estero Europa Femminicidio Festa della donna 8 marzo Frequentazione Giustizia Interviste Laura Sergi Leggi Mediazione familiare Mondo gay Musica Nonni&Nipoti Ordine psicologi Paternità Presidente della Repubblica Proposte di legge Reddito Cittadinanza Risarcimento Sacra rota Salute Sciopero della fame Sergio Nardelli Sottrazione Minore Stalking e Stolker Suicidio&Omicidio Timperi
Papa separati Liguria A.P.S. bigenitorialità
Papà Separati Liguria A.P.S.

Via Aurelia 100/3 – Vado Ligure (SV)
Da lunedì a venerdì h 17:00 – 19:00
(su appuntamento)
info@papaseparatiliguria.it
C.F. 92088700098

Pronto Genitore

Ti stai separando e hai bisogno di un consiglio?

+39 333 6956952
Papa separati liguria, bigenitorialita
Cookies | Privacy
  • Accedi
  • Registrati
Password dimenticata?
Hai perso la tua password? Inserisci il tuo nome utente o il tuo indirizzo email. Riceverai tramite email un link per creare una nuova password.
CercaNewsAccedi
martedì, 19, Lug
Bibbiano 16 luglio 2022 ” Per non dimenticare”
domenica, 10, Lug
Intervento in senato WebTV MauroLami 20-5-2022
mercoledì, 6, Lug
I limiti della competenza del giudice nella determinazione dell’assegno di mantenimento
lunedì, 4, Lug
Un padre è sempre un modello, che lo voglia o no
venerdì, 1, Lug
N.1935/22 – Il genitore che manipola i figli decade dalla responsabilità genitoriale
martedì, 28, Giu
N.15148/22 – Va risarcito un figlio che cresce senza padre per decisione delle istituzioni? di Marino Maglietta

Welcome back,

Pronto Genitore