astute strategie psicologiche su minori per non far assolvere la sentenza del tribunale, ignorate dalle stesse istituzioni che chiedono ad un padre di andare incontro ai bisogni della figlia

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Redazione
24 Gennaio 2013
Lettere

astute strategie psicologiche su minori per non far assolvere la sentenza del tribunale, ignorate dalle stesse istituzioni che chiedono ad un padre di andare incontro ai bisogni della figlia

LIGURIA – Un padre si è rivolto alla CFE per raccontarci una storia che dura da anni e che di seguito riportiamo un fatto accaduto nella giornata di oggi.
– Sono padre di una bambina che dal 2007 lavoro in una città del Piemonte in una pubblica amministrazione con uno stipendio da fame, non sono proprietario di immobili, sono in affitto e mi mantengo da solo in tutto e per tutto con enormi sacrifici, rispettando la sentenza nel vedere mia figlia a settimane alterne, alcune volte per lavoro non posso andare e chiedendo alla madre un cambio non mi viene concesso, neppure preventivamente a distanza di tempo.Ovviamente, come molti padri in questa Paese, ho visto dalle istituzioni i miei diritti calpestati e negati peggio di un ergastolano che al contrario può vedere e stare più tempo con il proprio figlio.

Grazie ad una donna in particolare, non la madre, ho costruito un rapporto genitoriale buono con mia figlia.
Ciò che ho come padre è la difficoltà di colloquiare per l’interesse della bambina, vengo tacitato se non faccio ciò che decide la madre, subendo di conseguenza l’impossibilità di condividere la crescita anche psicologica di mia figlia, se poi insisto, mi viene chiuso il telefono in faccia dovendo ritelefonare e peggio ancora mi prendo insulti telefonici di fronte alla bambina che è accanto alla madre.
Certamente in questi anni c’è un excursus duro, caparbio, snervante che mi ha segnato purtroppo senza comprendere ad oggi il perché di questo accanimento, ma poco conta oramai è il destino di me padre separato è per sempre segnato.
Non racconto né il passato né il presente che poco si discosta l’uno dall’altro, sarebbe solo un ennesimo ripetersi dei soliti fatti ed allora lascio perdere perché l’opinione pubblica queste cose le sa, come sa che le istituzioni aprono e chiudono gli occhi tirando conclusioni alle volte inappropriati e non riconducibili a verità, manipolando anche relazioni con termini mai pronunciate dal padre…e dalla madre ?
Ma ciò che mi ha dato fastidio oggi 24.01.2013 è quello che mi è accaduto poco fa, dove un’assistente sociale mi ha raggiunto al telefono è la terza che ci prende in carico da poco più di tre anni, affermandomi di aver avuto un colloquio con la madre e mia figlia.
Per non essere prolisso, mi limito a concretizzare ciò che mi è stato chiesto – signor X ho avuto un colloquio con la bambina e mi ha detto che lei dovrebbe venire sabato e domenica da sua figlia e che Lei la vorrebbe a dormire – padre – confermo perché la sentenza mi da facoltà di farlo – sua figlia però ha detto che vorrebbe tornare a dormire a casa della madre – padre molto adirato – come sarebbe a dire, ma se ho parlato al telefono con mia figlia poche sere fa e mi ha detto che lei voleva stare con me? La madre invece si è opposta perché mi ha detto che sentenza o non sentenza, avvocati o giudici di cui se ne frega a dormire non vuole darmela perché ha da studiare! – signor X per l’interesse dei bisogni della bambina mi garantisce che viene sabato e domenica perché sua figlia vuole vederla e la riporta a dormire dalla madre e che può tenerla tutto il giorno di sabato e domenica…me lo garantisce ?
A questo punto disattenderò l’orario indicato dal tribunale, visto che posso tenerla tutto il sabato e tutta la domenica.
Poi ovviamente ho discusso arrabbiandomi notevolmente esternando la mia amarezza per le continue provocazioni che dalla controparte non mi favoriscono l’unione con mia figlia, poiché questa è già la seconda volta che mi viene negato, la prima volta non per il volere della bambina, oggi come riportato dall’istituzione vigilante, per volere di mia figlia.

Guarda caso l’ultimo pernottamento risale al mese di agosto 2012 dove è stata con me a dormire in campagna distante 80 km dalla sua casa abituale, al contrario ora che è distante 10 km, la bambina vuole tornare a casa sua.

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