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La mancata audizione dei minori deve essere motivata

Homepage Area Europa Parlamento europeo La mancata audizione dei minori deve essere motivata


Nei procedimenti di divorzio in cui si discute l’affidamento dei figli, il giudice deve ascoltare i minori coinvolti. E’ vero che non esiste un diritto assoluto dei minori, ma nei casi in cui il tribunale nazionale si rifiuti sistematicamente di audire i figli al centro del procedimento di affidamento, l’organo giurisdizionale ha l’obbligo di giustificare il rifiuto opposto alla richiesta di uno dei genitori.

E’ la Corte europea a chiarirlo nella sentenza Iglesias Casarrubios e Cantalapiedra Iglesias contro Spagnadepositata l’11 ottobre 2016 (ricorso n. 23298/12, affaire-iglesias-casarrubios-et-cantalapiedra-iglesias-c-espagne) con la quale i giudici internazionali hanno condannato la Spagna per violazione dell’articolo 6 della Convenzione che assicura l’equo processo. Il procedimento nazionale riguardava il divorzio di una coppia e l’affidamento delle figlie, minorenni all’epoca dei fatti.

La madre aveva chiesto ai giudici competenti di sentire le bambine, ma la sua istanza era stata respinta. Tuttavia, l’affidamento condiviso aveva causato numerosi problemi con ulteriori dissidi tra i genitori, che avevano portato la donna a proseguire la sua richiesta fino alla Corte costituzionale.

Ma ogni sua istanza era stata rigettata. Di qui il ricorso a Strasburgo che le ha dato ragione. Prima di tutto, Strasburgo ha dichiarato irricevibile il ricorso delle bambine che avevano affiancato la madre nell’azione alla Corte europea.

Questo non perché minorenni (tanto più che è ben possibile, anche in questi casi, il ricorso alla Corte europea), ma perché solo la madre era stata parte nel procedimento nazionale. Detto questo, però, Strasburgo ha dato ragione alla donna. E’ vero – osserva la Corte – che non si può affermare un diritto assoluto a sentire i minori perché ciò dipende dalle circostanze particolari di ciascun caso, con un obbligo di valutare l’età e la maturità del minore, ma la conclusione cambia se è la legge interna a stabilire un simile obbligo. Se poi tale obbligo viene disatteso, è indispensabile una giustificazione, che era mancata nel caso arrivato a Strasburgo, con la consequenziale condanna della Spagna.

Fonte:http://www.marinacastellaneta.it/

Tags: Corte di Cassazione Separazione&Divorzio Figli Tribunale Ordinario 2016

La mancata audizione dei minori deve essere motivata

Redazione
29 Ottobre 2016
Parlamento europeo, Cose da sapere

Nei procedimenti di divorzio in cui si discute l’affidamento dei figli, il giudice deve ascoltare i minori coinvolti. E’ vero che non esiste un diritto assoluto dei minori, ma nei casi in cui il tribunale nazionale si rifiuti sistematicamente di audire i figli al centro del procedimento di affidamento, l’organo giurisdizionale ha l’obbligo di giustificare il rifiuto opposto alla richiesta di uno dei genitori.

E’ la Corte europea a chiarirlo nella sentenza Iglesias Casarrubios e Cantalapiedra Iglesias contro Spagnadepositata l’11 ottobre 2016 (ricorso n. 23298/12, affaire-iglesias-casarrubios-et-cantalapiedra-iglesias-c-espagne) con la quale i giudici internazionali hanno condannato la Spagna per violazione dell’articolo 6 della Convenzione che assicura l’equo processo. Il procedimento nazionale riguardava il divorzio di una coppia e l’affidamento delle figlie, minorenni all’epoca dei fatti.

La madre aveva chiesto ai giudici competenti di sentire le bambine, ma la sua istanza era stata respinta. Tuttavia, l’affidamento condiviso aveva causato numerosi problemi con ulteriori dissidi tra i genitori, che avevano portato la donna a proseguire la sua richiesta fino alla Corte costituzionale.

Ma ogni sua istanza era stata rigettata. Di qui il ricorso a Strasburgo che le ha dato ragione. Prima di tutto, Strasburgo ha dichiarato irricevibile il ricorso delle bambine che avevano affiancato la madre nell’azione alla Corte europea.

Questo non perché minorenni (tanto più che è ben possibile, anche in questi casi, il ricorso alla Corte europea), ma perché solo la madre era stata parte nel procedimento nazionale. Detto questo, però, Strasburgo ha dato ragione alla donna. E’ vero – osserva la Corte – che non si può affermare un diritto assoluto a sentire i minori perché ciò dipende dalle circostanze particolari di ciascun caso, con un obbligo di valutare l’età e la maturità del minore, ma la conclusione cambia se è la legge interna a stabilire un simile obbligo. Se poi tale obbligo viene disatteso, è indispensabile una giustificazione, che era mancata nel caso arrivato a Strasburgo, con la consequenziale condanna della Spagna.

Fonte:http://www.marinacastellaneta.it/

Tags: Corte di Cassazione Separazione&Divorzio Figli Tribunale Ordinario 2016
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