Liguria. A seguito di un colloquio con Mauro Lami, portavoce savonese dell’Associazione per la bigenitorialità “Papà Separati Liguria”, il gruppo regionale di Italia dei Valori interviene sull’argomento per affermare “il sacrosanto diritto di un genitore, spesso relegato al triste ruolo di semplice dispensatore di alimenti, di poter accudire i propri figli, senza subire discriminazioni e distinguo nelle funzioni di cura della prole”.
Giugno 2013
Spesso alla divisione tra coniugi possono seguire false accuse di abusi riferite ai padri per penalizzarli riguardo all’affidamento dei figli
Nell’ambito del sempre più vasto e complesso universo delle separazioni coniugali e della frequente conflittualità genitoriale sull’affidamento dei figli minori che ne consegue, si assiste attualmente al progressivo incremento di due opposti fenomeni che affondano le loro radici nei mutamenti di ordine sociale e legislativo che hanno investito la famiglia e i suoi componenti.
Con le dimissioni di Josefa Idem al Presidente del Consiglio toccherà verosimilmente nelle prossime ore nominare un successore per il dicastero delle Pari Opportunità. Se suscita sempre vivace interesse la nomina od anche solo la candidatura di una donna ad una qualsiasi carica pubblica, nel caso del ministero delle Pari Opportunità è difficile che ci sia grande pathos, essendo tale ministero attribuito da sempre “in quota rosa”.
Mamma e papà sono, per ogni figlio, prima che delle persone, delle entità di riferimento, che hanno un valore così profondo per la sua crescita, da consentirgli di superare anche i traumi collegati al loro discutere tra loro, ed anche con toni e modi socialmente inaccettabili, ma mai la loro “assoluta negazione” specie se proveniente dall’uno in danno dell’altro.
In una famiglia in fase separativa, i traumi sottili verso i figli e le reciproche violenze aumentano drammaticamente. I genitori vivono una profonda rabbia e inducono, l’uno nell’altra, senso di colpa, ansia, depressione, specialmente nel genitore psicologicamente più fragile e tutto ciò ricade sui bambini, che assistono a tale violenza.
Con la sentenza n. 14365, depositata il 6 giugno 2013, la Suprema Corte ha ritenuto rilevante, ai fini della quantificazione dell’assegno di mantenimento per il coniuge “debole”, anche l’aiuto economico dei parenti, ma solo se considerato unitamente ad altri fattori, ovvero la giovane età della moglie (che le consentirebbe di reperire un’attività lavorativa) e il peggioramento delle condizioni economiche del marito.
Il mondo del diritto non è frammentato in compartimenti stagni, ma funziona secondo un approccio multidisciplinare attraverso cui le varie materie sono strettamente intrecciate tra di loro. Rebus sic stantibus, ben si può comprendere come le branche del diritto di famiglia e del diritto successorio siano connesse nel regolamentare le vicende consequenziali alla morte di un soggetto.
Brescia – Alcuni giorni fa i membri del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani e di Pronto Soccorso Famiglia sono
di emiliano rizzo Dato che i giornalisti di professione non fanno il loro mestiere, cercherò di farlo io al posto loro.
L’addebito era uno dei peggiori: un padre accusato di aver avuto rapporti sessuali con le due figlie. Una denuncia che la